Apprendiamo dall'intervista del Professor Gaudio , in calce, come la tutela del diritto primario del cittadino a ricevere le prestazioni e lo spirito di paziente collaborazione finora qui esercitati dai Medici di Medicina Generale di fronte alle mancate prescrizioni di Ospedali e Policlinici Universitari vengano in modo paradossale ribalta t i su coloro che sono vittime di un sistema che non funziona.
Il Policlinico universitario è infatti il primo tra le strutture sanitarie del Lazio a non prescrivere correttamente secondo le norme vigenti, delegando il proprio compito ai Medici di famiglia.
Invitiamo il Direttore Generale del Policlinico Umberto I a vigilare affinché siano rispettate tutte le norme vigenti inerenti la prescrizione, ciò a tutela dei pazienti che non devono peregrinare in cerca della prescrizione che da diritto alla prestazione e dei Colleghi che non devono perdere il loro tempo a trascrivere ricette altrui, tantomeno quelle del Policlinico Umberto I.
Invitiamo tutti i Colleghi che si sono sentiti offesi dal comportamento denigratorio del Rettore a rinviare allo stesso tutte le prescrizioni in arrivo dal Policlinico in difformità dalle Leggi. Giacché non siamo smistatori di ricette vorrà dire che le ricette provenienti dal Policlinico Umberto I verranno tutte rimandate al mittente affinché siano emesse conformemente alle norme.
Ricordiamo che il Policlinico Umberto I ha 1377 medici censiti di cui solo 53 inviano ricette dematerializzate, ovvero il 3,85% per un totale di 7.145 prescrizioni inviate in modo corretto. Le ricette dematerializzate , le cui regole per tutti i Medici prescrittori sono delineate dalle Legg i , in questa Regione sfiorano gli 80 milioni. Il confronto non ha bisogno di commenti.
Eppure il DCA 110/aprile 2017 che intendeva tutelare i pazienti è chiaro quando recita: "Questo tipo di richieste debbono essere gestite dal Medico Specialista della struttura,
senza rimandare al MMG/PLS la prescrizione su ricetta SSN, realizzando la “presa in carico” dell’assistito.
L’organizzazione aziendale deve prevedere la prenotazione dell’appuntamento direttamente mediante l’accesso al sistema regionale Recup-web
da parte del prescrittore o indirizzando l’assistito verso lo sportello CUP aziendale, se presente nella struttura stessa, facendo in modo che il paziente non sia costretto ad uscire dalla sede o a rivolgersi al ReCUP. "
La normativa è vasta a partire dal famoso articolo 50 del Dl 269/2003, purtroppo ancora non applicata in larga misura e per colmo proprio da coloro che emettono giudizi improvvidi.